Lo strutto di maiale è un ingrediente antico e versatile, capace di trasformare piatti semplici in autentiche esperienze di gusto. Perfetto per fritture croccanti come le chiacchiere o i panzerotti, è anche l’alleato segreto di impasti soffici e fragranti, dalle piadine ai taralli. Nella cucina tradizionale arricchisce sughi, arrosti e verdure ripassate, donando un sapore ricco e autentico. In pasticceria, regala friabilità unica a dolci come le sfogliatelle. Oggigiorno bisogna quasi fare attenzione a nominarlo, le diciture “senza glutine”, “senza olio di palma”, “con ingredienti naturali” campeggiano prevalentemente sull’etichetta a caratteri maiuscoli mentre lo strutto viene nascosto tra i suoi sinonimi. Facile da usare e conservare, lo strutto è il tocco rustico e parte integrante di quella tradizione che dichiariamo di voler proteggere.
Lo strutto è un ingrediente prezioso che merita la riscoperta.
Capace di arricchire sia ricette salate che dolci, ma anche di sorprendere nel mondo della cosmetica naturale. Per un piatto salato, prova le piadine romagnole autentiche: lo strutto nell’impasto le rende incredibilmente morbide e fragranti, perfette da farcire con salumi e formaggi. Anche a pane e lievitati, lo strutto dà una consistenza più soffice e un sapore caratteristico.
Per chi ama i dolci tradizionali, è una buona alternativa al burro per un sapore più rustico. È comunemente usato per preparare le chiacchiere di Carnevale: lo strutto dona una friabilità unica.
L’uso più interessante e sicuramente quello nella cosmetica. Lo strutto può essere utilizzato anche per creare una crema idratante fai-da-te, ideale per la pelle secca. Basta scioglierlo a bagnomaria e unirlo a oli naturali per ottenere un trattamento nutriente e completamente naturale.
La nonna giurava sull’efficacia dello strutto di maiale spalmato sul petto con la lana al naturale, per combattere tosse e raffreddore durante i giorni freddi d’inverno.
Versatile e sostenibile, lo strutto merita un posto speciale in dispensa. Come altri ingredienti grassi, è qualcosa da usare con parsimonia, ma da non cancellare, né in nome del valore gastronomico né nutrizionale. Nella nostra macelleria è un prodotto raro che si trova eccezionalmente quando macelliamo suini locali. Basta mangiarne poco, ma buono.